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La rivincita delle schiappe: tu mi prendi giro, io guadagno.

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Una volta su Facebook un amico ha condiviso una serie di foto di una donna grassoccia, con una dentatura non perfetta, occhiali appariscenti e un viso non certo angelico. In compenso il vestito era perfetto, giusto una taglia più stretta di quanto avrebbe dovuto.

La donna si spacciava come la sosia di una nota soubrette dalle curve mozzafiato, facendone il verso in foto simili (nella posa…oddio, nemmeno in quella…) anche se con lei condivideva soltanto due cose: il sesso e i capelli ricci. Nient’altro, neppure il cervello.

Infatti, mentre la soubrette non è certo famosa per la sua spiccata intelligenza, la donna grassoccia che si rende ridicola con paragoni arditi è un vero genio. E guadagna un sacco di soldi.

La rivincita delle schiappe (tu mi prendi giro, io guadagno)

Non è solo il caso della pseudo-modella. C’è chi sembra troppo tonto da essere vero, parlando in un italiano stentato e con contenuti ridicoli…chi all’apparenza ama così tanto l’autolesionismo da doverlo condividere col mondo…o chi si professa genio di attività talmente stupide, come guidare con le natiche, da attirarsi lo scherno di migliaia di persone.

Foto e video del genere diventano virali in un batter d’occhio, condivise spesso da un paio di migliaia di persone. La pagina Facebook dell’autodichiarata sosia conta più di 46.000 (si, quarantaseimila) fan o, per meglio dire, gente che non vede l’ora escano nuove foto per poterle condividere aggiungendo un commento ironico.

C’è chi si dichiara sarcasticamente innamorato di cotanta bellezza, chi sottolinea come il gatto che le passa vicino sia più bello di lei, chi di prenotare un consulto da un chirurgo plastico, chi la offende, chi la sfrutta unicamente per farsi bello di fronte gli amici.

E’ insomma una sorta di bullismo moderno, analogo a quando i ragazzi con grandi insicurezze fanno i gradassi con i più deboli per sentirsi forti. C’è però una grossa differenza

Come l’essere ridicolo può renderti ricco

I like, le condivisioni, le interazioni ad oggi equivalgono a oro in quanto garantiscono visibilità e notorietà a questi finti stupidi. La fantomatica sosia, come decine di altri “imprenditori” fai-da-te, pubblica regolarmente foto di vita quotidiana (al bar, in pigiama, col cane) senza apparente senso logico, molto spesso l’una simile all’altra, intervallandole con alcune in abiti più succinti.

I testi che accompagnano le immagini sono la perfetta cornice, visto che banalizzano ulteriormente lo scenario e la persona e danno nuovi spunti di ironia (virgole usate al posto dei punti, eccessivo uso di punti esclamativi, periodi da scuole elementari e così via).

Tocco fondamentale è rispondere a ogni singolo commento, sia esso canzonatorio o letteralmente offensivo, in modo sempre neutro, in linea al personaggio, mai sopra le righe. Tutto ciò non fa che stimolare i follower, che continuano a interagire con lei a ogni foto. La base del social media marketing, insomma (e che dimostra come una mente scaltra, sotto sotto, ci sia davvero…altro che ochetta…).

Così, la famosa brutta anatroccola si vede innalzata da chi pubblicamente la irride ma segretamente attende con impazienza nuovo materiale da poter sfruttare in modo social, ignorando che tutto ciò porta nelle tasche della sosia tanto denaro.

Come? Pubblicità e comparsate televisive (ci sono alcune trasmissioni che non aspettano altro, giusto per contribuire all’innalzamento della cultura nazionale) sono i metodi tradizionali, ma se oggi hai 46.000 persone che aspettano da te contenuti e che ti hanno volontariamente ceduto la propria privacy, per sponsor e agenzie pubblicitarie sei una gallina dalle uova d’oro.

Un messaggio postato in modo apparentemente innocente da chi propone questa bizzarra forma di personal branding non solo porta direttamente a casa di migliaia di persone quel contenuto, ma diventa il più delle volte virale visto che buona parte di esse lo condividerà con altri.

Una persona che lo condivide con altre cento, farà si che una percentuale di queste cento lo inoltri ad altrettante persone e…bum, ecco una bella diffusione esponenziale.

finti stupidi

Che ciò avvenga in modo ironico o meno non fa testo, visto che l’azienda che paga la sosia avrà comunque ottenuto visibilità.

Contribuisci anche tu al conto corrente dei finti stupidi! …o no?

Io sono assolutamente per la condivisione di contenuti. E’ il motore della cultura moderna, significa dare visibilità a buone idee, commenti intelligenti, input stimolanti…Ma quando ovviamente si parla di contenuti di qualità.

Quindi, la prossima volta che qualcuno condivide una foto o un messaggio talmente ridicolo da non sembrare vero, ricorda che fare da cassa di risonanza porta soldi nelle sue tasche. Nulla di male, per carità, stai solo barattando la tua privacy e mostrando di non avere chissà quale interesse culturale a favore del suo portafogli. Ma siamo in un paese libero.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi di questo argomento. Anche questa è condivisione. Lo spazio commenti è tutto tuo.

Uomo. Marito. Padre. Mi occupo di comunicazione sul web e marketing per professionisti e PMI. Scrittore per passione e narratore di aneddoti per diletto. Fedele al motto "Verba volant, scripta manent, internet docet".

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