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Tra i vari mantra che ripeto a ogni consulenza uno dei principali è “parla meno, scrivi di più”. Sintetizzando: ognuno di noi, quando incontra un nuovo possibile cliente, non fa che ripetere per l’ennesima volta gli stessi medesimi concetti. E’ un’opera teatrale finalizzata a far vedere quanto siamo belli e bravi, oltre che un normale processo di conoscenza lavorativa.
Sincero sincero? E’ tempo perso. Sommando la mezz’ora che ci vuole, ne esce fuori una giornata di lavoro ogni due settimane. Ecco dunque l’immancabile indicazione ai clienti, quando progettiamo insieme la nascita e l’evoluzione del proprio sito web e della propria presenza online, di stilare una lista di argomenti “tipici” e trattarli, pian piano, all’interno del blog interno al sito stesso, così da risparmiare tempo sul lavoro.
E se ti stai chiedendo
Ma…non è brutto dirgli di andare a leggere qualcosa sul web invece che dirglielo di presenza?
…la risposta è no. Non sempre, almeno. Gli fai un favore, visto che può farlo quando vuole e come vuole. Tecnicamente anche stando al bagno (che, notoriamente, è il luogo supremo delle decisioni più importanti della vita di ciascuno di noi, nonché fonte incredibile di ispirazione).
E’ un’operazione più semplice del previsto, basta chiedersi quali sono le domande che rispondono al pensiero immediato
oddio, se me la fanno un’altra volta giuro che urlo
Obiezioni classiche che mi vengono poste ogni volta
Non ho tempo, puoi farlo tu?
Inserire e organizzare i (tuoi) contenuti, si. Ma non essendo onnisciente né tantomeno avendo la cultura e la passione per la pesca di un pescatore, per la moda di una stilista e per i dolci di un pasticciere, non posso scrivere sciocchezze tanto per pubblicare qualcosa. E poi è il tuo business, non il mio. Sarebbe come venire a dirti come pitturare la parete del negozio. O cosa cucinare la sera a casa tua. E’ la stessa risposta data a chi mi chiede di tenere un blog per lui.
Non posso/puoi copiarle da qualche parte?
No, significa affossare il sito e fare una discreta brutta figura con n+1 ripercussioni a breve, medio e lungo termine.
Non posso farlo su Facebook o su Linkedin?
Ah, l’obiezione che ricorre circa dodici volte su dieci.
No, non puoi farlo. Checché tu ne creda, la tua pagina Facebook o il tuo blog interno a Linkedin non sono affatto tuoi.
Loro ti offrono un servizio (uno strumento maneggevole di pubblicazione) ma in realtà sei tu a fare il servizio a loro, offrendogli contenuti e traffico senza i quali non potrebbero esistere.
Magari fai questa vita per anni, accumulando un bene inestimabile di materiale, storia aziendale e quant’altro. Tutta roba che la gente non troverà su Google (andiamo, quanti cercano su Facebook e Linkedin…?) perché non viene indicizzata e che, al contrario, avrebbe trovato facilmente se fosse stata in un tuo sito. Casa tua.
L’obiezione n°1 non detta comunque resta sempre la seguente.
Ma se in realtà il tempo perso fosse proprio scrivere?
Non credo proprio. Anzi. Mezz’ora di lavoro una tantum porta il successivo incontro faccia a faccia su un nuovo livello:
Ci vediamo? Fantastico.
Se si arriva all’incontro di persona, evidentemente il cliente che ha letto ha trovato interessante il nostro profilo, sposa quanto abbiamo scritto e/o è d’accordo con le eventuali condizioni specificate (vedi le obiezioni suddette). O quantomeno se ne può sempre discutere.
Non ci vediamo? Meglio così.
Non è d’accordo alla tua filosofia lavorativa e l’appuntamento salta? Selezione naturale, meno inevitabili casini all’orizzonte.
Dritti al sodo
Via i convenevoli, si parla d’affari sicuri di parlare la stessa lingua (altrimenti non ci sarebbe stato l’incontro). Qual è meglio tra questi due scenari?
– 1 –
Cliente: “Mi serve questo ma non so se/come farlo, quanto costa o…in effetti non so nemmeno se mi serva”
Professionista (voglioso di convincerlo e chiudere il contratto): “Si, certo. Io bla bla bla e pure bla bla però lo faccio in questo modo bla bla” [mezz’ora dopo] e dunque bla bla”.
Il cliente è mezzo addormentato. Oppure perplesso. Oppure semplicemente si aspetta che gli sia stata indorata la pillola per la botta finale sul prezzo. Oppure direttamente pensa che sei troppo caro e taglia corto.
– 2 –
Cliente: “Ho letto che lei fa questo e quello. Mi piace l’idea di farlo nel modo in cui ha scritto. Io faccio questo bla bla e ho questa e quella informazione extra da chiedere, poi parliamo di quanto mi costerebbe.”
Professionista: “Le rispondo volentieri […] Il costo è di tot”
Il cliente fa le sue valutazioni immediatamente, soddisfatto delle informazioni ricevute.
Conosciamoci meglio
L’incontro di persona diventa momento di conoscenza personale, al di là di chi sono io chi sei tu e cosa facciamo entrambi. Se non c’è feeling, non c’è collaborazione dal mio punto di vista e trascendere il solito bla bla che porta via tempo e diventa un gioco delle parti può aiutare a conoscere meglio la persona di fronte “a pelle”, avendo delle buone indicazioni sul tipo di rapporto che ci si aspetta da essa. Personalmente non amo lavorare con chi usa come intercalare “si, si”, “tranquillo tranquillo” e via dicendo, visto che poi lui sarà “tranquillo tranquillo” anche all’atto del pagamento, dopo che io sono stato “concentrato concentrato” sul lavoro da svolgere nei tempi prestabiliti.
Morale della favola…
Impiega la mezz’ora che di solito rubi allegramente alla tua vita per scrivere concetti a cui rimandare un possibile cliente prima di vederlo. Risparmierai un mucchio di tempo e di grane.
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