Lo so, sono una persona profondamente cattiva. E probabilmente lo penserai anche tu leggendo la nuova puntata del mio passatempo preferito (insieme ai Lego Technic), vale a dire truffare i truffatori.
La storia di oggi ha toccato livelli epici e mi ha fatto sghignazzare non poco perché, in tarda serata, sono riuscito a far fare a un truffatore su Facebook qualcosa che nemmeno io credevo avrebbe fatto.
Era da tanto che volevo imbattermi in un truffatore/ricattatore che su Facebook vuole filmarti mentre sei nudo e minacciare di mandare il video a tutti i tuoi contatti (vedi fondo dell’articolo per una spiegazione in merito) ma già io Facebook ho praticamente smesso di usarlo, non avrei comunque usato il mio account, e poi onestamente non credo di avere la faccia per poter essere scambiato per biondona procace e attirare maschioni palestrati dalla pelle olivastra (che in realtà sono tizi dentro un call center in qualche sperduto paese estero, come descritto nell’articolo “Broutage: viaggio nel call center dei truffatori in Africa“).
Dunque ho
- creato un secondo profilo
- messo una foto qualunque presa online dove si vede tipo a 300 metri una donna bionda con un cane (in effetti la foto è di una chiesa, la donna era poggiata lì per caso ma nemmeno la si vede in faccia)
- cominciato a cercarne uno.
Come trovare un truffatore su Facebook? E’ facilissimo!
Roba da dilettanti:
- se vuoi uno di quelli che mirano a una truffa sentimentale (tempi medio-lunghi, devono carpire la tua fiducia etc etc, trovi tutta la spiegazione di come funzioni la truffa sentimentale su Facebook qui) basta mettere una foto malinconica e postare frasi motivazionali, buongiorno con i gattini e via dicendo. Arrivano loro. Dico “arrivano” perché ci sarà l’assalto.
- se vuoi un ricattatore, ci vogliono due minuti: basta cercare la foto di addominali in primo piano. Davvero, è più difficile trovare tuo cugino (anche perché non lo conosco, tuo cugino) che un truffatore.
Gli chiedo l’amicizia, accettata dopo due minuti, e dopo venti secondi già è all’attacco. Wow.
Fase uno: entriamo in confidenza
Ovviamente io faccio finta di nulla, come se lo conoscessi già.
N.B. In grigio scrive il ricattatore, in blu rispondo io.
La suspense si taglia con un grissino. N.B. Ho dovuto far forza contro me stesso per mettere ben due punti interrogativi. Per me sono il male assoluto, ma sono importanti per entrare nel personaggio.
Già che ci sono parto col mio grande classico: gli errori di battitura. Ma gli faccio subito capire che non sono una sciacquetta.
Cose intime? Prendo la lente d’ingrandimento. Servirà.
Cose intime + Se mi faccio vedere = Ma nemmeno se mi paghi. Quindi prendo tempo. E siccome lui insiste, comincio a instillare il dubbio (di cosa, non lo so nemmeno io).
Fase due: ehi tu, porco, levami le mani di dosso (cit.)
Avendo avuto conferma che ha una sola cosa in testa (e, no, non è quella), è il momento di dare un taglio al suo, uhm, discorso.
In maniera netta.
All’inizio nemmeno capisce. Così rincaro la dose.
Non sa cosa fare. Io nemmeno, sto improvvisando tutto, ma essendo cattivissimo rincaro la dose.
Così tira fuori l’unica cosa che, ehm, sa fare.
Nudo?! Ma…ma…sono una donna seria, io!
E’ il momento della bomba atomica per mettergli paura e stabilire chi, in quella chat, porta i pantaloni. O la gonna. Ormai sono un po’ confuso pure io.
Lui impazzisce.
Fase tre: prendo il frustino di Indiana Jones
Io comincio a degenerare…e a perdere l’uso dell’italiano, il che storicamente sottolinea il punto di svolta di tutta la situazione, quello che – se non fosse facilmente fraintendibile, visto l’argomento – potrei definire climax. E’ per questo che gli infilo pure una k, che male non fa.
Ops, la storia della dominazione sembra piacergli.
Arriva perfino a chiamarmi (tzè, stolto)
Era il momento di inventarsi qualcosa.
Fase quattro: Twilight
Ed è qui che tocco davvero il fondo, tirando fuori dal cilindro una richiesta sulla quale Freud avrebbe scritto un’enciclopedia.
…
…
…si, lo so. E credo lo sapesse anche lui. Non a caso partorisce un’originalissima controproposta:
Macché, io preferisco il fustino di marca, mica i due del discount. Non cedo di una virgola e, anzi, metto un carico extra.
Lui riprova a…
Ma non c’è trippa per gatti. Anzi.
…
…
Fase cinque: credo di aver esagerato
Ora…Beh, hai ragione, non può averlo fatto.
…
No, è impossibile l’abbia fatto.
…
Non c’è persona sana di mente che lo farebb…
…
…
L’HA FATTO.
Giuro che a quel punto stavo per chiedergli di fare uno step successivo, tipo testa dentro il bidet pieno d’acqua con selfie incorporato. Però, ahimé, deve essersi svegliato dal clima ipnotico che si era creato e mi ha bloccato…
Fase sei: impariamo la lezione
Al di là del morso (ancora non ci credo l’abbia fatto!) l’obiettivo della saga “Come truffare un truffatore”, come dico sempre, è quello di fargli perdere tempo e rendergli un po’ pan per focaccia per quello che fanno quotidianamente a scapito di tanta gente. Se non hai ancora letto il mio tutorial che spiega passo passo come fare, ti consiglio di farlo.
Se poi volessi imitarmi, diventeresti una specie di supereroe. Per dire, io lavoro nell’ambito del marketing strategico e i miei clienti nonché fedeli lettori, mentre gli preparo la fattura, mi parlano dei truffatori che ho preso in giro, chiedendomi dettagli mentre sghignazzano.
Il truffatore in questione rientra, come detto, tra quelli che vanno subito al sodo, vogliono vederti in webcam, filmarti mentre sei in certi atteggiamenti e poi ricattarti di inviare foto e video ai tuoi contatti. Tra l’altro è una balla colossale perché su Facebook certe foto nemmeno passano il filtro della censura. Ecco perché alcuni truffatori creano siti in spazi web gratuiti dove mostrano le foto e i video rubati, però pure in quel caso in cinque minuti è possibile farli chiudere.
Tuttavia, vedendosi recapitare quel link come “prova” delle cattive intenzioni, a quel punto sono in molti a pagare, senza sapere che, facendolo, daranno il via a un ricatto senza fine.
Ho scritto un articolo in merito, intitolato “Minacciano di pubblicare le tue foto osé su Facebook? Ecco cosa fare” ed un aggiornamento su come ha reagito Jeff Bezos, patron di Amazon, quando lo hanno ricattato per lo stesso motivo (ma con molti più soldi e reputazione in ballo, visto che non si parlava di Facebook ma di uno dei più grossi tabloid americani).
Se ti trovi nella stessa situazione, non cedere. Resistere è il primo passo per uscirne, cedere è il primo passo per entrare in una specie di inferno perché pagare non cancellerà il ricatto ma lo peggiorerà giorno dopo giorno con richieste sempre più onerose.
10 comments
Bravo Massimo e grazie per le informazioni che sono utilissime per non cascare nella cerchia dei truffatori
;)
Grande Massimo,i tuoi articoli oltre che molto utili, riescono sempre, anche a strappare un sorriso ironico.Continua cosi grazie
Grazie Umberto, in tuo onore la prossima volta faccio dare al truffatore una testata contro il frigo, facendomi poi mandare la foto del bernoccolo ;)
Ho riso fino alle lacrime!! Grazie!!!
Ne sono felice, grazie a te :D
…grandioso, spassoso ed intrigante come sempre!
Troppo forte…..
:D
Massimo a me non ha ancora chiesto soldi ne foto osè che devo pensare ?
Solo buone cose :)