Sommario dell'articolo
N.B. Esiste anche la versione flash dell’articolo a questo indirizzo. Quanto segue è la versione completa.
Questo articolo sul Blue Whale (se non avete idea di cosa si tratti consiglio la visione del servizio de Le Iene, andato in onda a Maggio 2017) nasce come bisogno personale di togliermi qualche sassolino nei riguardi di chi, più che balena blu (o triste, se si capisce il gioco di parole) è preso all’amo tipo tonno da bufalari, dai propri figli (in modo più serio), da altri genitori (in modo meno serio) e chissà da chi altro. Tuttavia, per arrivare a questo, scriverò prima perché il/la Blue Whale è come una banca.
Blue Whale: come rendere reale (ora) qualcosa di inesistente (prima)
Il fenomeno col passare dei giorni diventa sempre più complesso perché ha sfruttato qualunque lato negativo della rete. Se infatti dopo la visione del servizio del programma di Italia 1 è stato tutto un
“ooooh, oddio, che roba, ma può essere che quel cerotto sul braccio di Luigino non sia…?”
…per una questione di eco potrebbe diventare reale. Dico così perché se inoculi dentro un paese il virus del sospetto e della paura, c’è chi ne approfitterà come carnefice e chi ci cadrà come vittima. Non a caso i bufalari ci sguazzano, come scriverò tra poco, figuriamoci gente con peggiori intenzioni.
In altri termini la rete sta rendendo reale qualcosa che non esisteva e che si vocifera addirittura fosse nata un’operazione di marketing made in Russia.
Non a caso, il sito Snopes.com (eccellente perché verifica le notizie della rete, scovando bufale) la considera come non verificata.
E’ una variante di quella che in psicologia si chiama “profezia che si autoavvera”. Non volendo dilungarmi, faccio giusto un esempio:
- Una banca sta benissimo a livello economico.
- Si comincia a vociferare che la banca invece è in crisi e tempo poco i risparmiatori non troveranno più soldi sui propri conti corrente
- Anche tu sei correntista, quindi cosa fai? Vai in banca e prendi tutti i soldi, per paura di perderli.
- Come te fanno moltissimi altri. Morale della favola? La banca ora è davvero senza soldi.
Chiaro, no?
Da qui l’idea trattare il fenomeno in tre semplici punti, nella speranza vi possiate ritrovare in uno o più di essi e che la cosa vi generi cinque minuti di riflessione. Riguardano tre aspetti del fenomeno che non sono molto trattati altrove.
1) Invece che guardare la lisca di sgombro nell’occhio di tuo figlio, guarda la balena blu nel tuo
Come al solito, quando esce fuori una notizia del genere scatta un’allerta paradossale: sembra che i genitori si ricordino di
- avere figli
- avere figli che usano smartphone
- avere figli che usano smartphone e che hanno una vita nel mondo digitale che loro ignorano.
Se dunque fino a quel momento c’era stata una tendenza al più classico, come dicono nel sud est del Congo, “prosciutto sugli occhi” riguardo ai suddetti figli che
- non hanno la minima idea dei rischi su internet e delle conseguenze delle proprie azioni sugli altri
- mandano le loro foto nudi/e a (quasi) sconosciuti, con l’idea che nessuno le condividerà mai
- bullizzano coetanei via whatsapp
- diffamano gli insegnanti sul web
- danno un’immagine di sé nei social network tale da precludergli qualche possibilità lavorativa in futuro
- antepongono l’apparenza estrema alla sostanza, vivendo una vita falsa sui social network
- pranzano e cenano con lo smartphone in mano (anche perché i genitori sono i primi a farlo)
- tante altre cose
…ora l’idea che possono entrare nella rete di un “curatore” e avere delle istruzioni per farli suicidare in cinquanta giorni li terrorizza. Se poi abitano dal sesto piano in su, sono arrivate le sbarre alle finestre due giorni dopo la messa in onda del servizio de Le Iene.
“Ma, scusa mamma, abitiamo al sesto piano, chi deve entrare dalla finestra? Batman?”
A questo punto il genitore è devastato: sa che dicono al ragazzo di negare tutto! E poi lui non ha mai detto scusa in vita sua! Se poi la sera mentre il figlio pela le patate per lo spezzatino e si taglia, lì si ha la conferma: è ormai dentro, bisogna salvarlo!
Morale della favola:
prima di credere vostro figlio dentro il rituale della Blue Whale, di una setta satanica, delle nuove Brigate Rosse o quant’altro, fatevi un esame di coscienza e chiedetevi quanto davvero sapete sulla sua vita digitale. O dell’esempio che date con la vostra, magari.
2) Se non puoi salvare il mondo, evita almeno di fare la figura del pollo. Altro che balena blu…
A parte i consigli delle sbarre alle finestre dati alle amiche, per ora è un proliferare su Facebook e Whatsapp di bufale su Blue Whale sotto forma di messaggi vocali da mettere paura. Ecco il più famoso:
Ciao a tutti, vi volevo avvisare di stare attenti su whatsapp. Poco fa mi ha chiamato una mia amica dicendomi che è arrivato, ha ricevuto un contatto con una persona, con un ragazzo biondo con gli occhi azzurri, con il volto un pochettino indemoniato e con un audio. Attenzione, se vi arriva questo non aprite che è quel gioco dello squalo (!), quello che sta girando in questo momento. Automaticamente se voi rispondete o guardate questo messaggio sarete nella loro rete. State attenti per favore! Fate girare questo messaggio. Non è uno scherzo, è la verità. Diamoci una mano tutti e fate girare questo messaggio. È un ragazzo biondo con gli occhi blu, con una maglietta nera con una scritta rossa. Se così cancellate subito. Ok? Grazie, un bacione a tutti.
Fa paura, vero? Attenzione, paura nel senso che se non ci si rende conto dopo due righe che si tratta di una bufala, c’è davvero da temere il peggio.
L’amica…il volto un pochettino indemoniato…il fatto che ascoltare una roba vi proietta in una realtà tipo quella di The Ring e che entro sera morirete voi, il cane, la pianta sul balcone e qualche raro procione dell’Himalaya…andiamo, ma devo continuare? E’ la summa delle bufale-tipo.
Facebook non è da meno. I siti di fake news ci stanno sguazzando. Un esempio:
Giusto per darvi l’idea del livello culturale di chi si arricchisce facendovi passare per polli e/o del tentativo di trollarvi (dicesi “trollare” il prendere in giro qualcuno facendogli perdere le staffe o sfruttando una sua debolezza) c’è pure scritto Blue “While” (“Mentre”, in inglese) e non “Whale” (“Balena”). Ma da qualche parte ho letto pure “Blue Whole”, “Blu Wale” e mille altre amenità. Del resto i bufalari si vantano che ormai la gente manco legge più…ed è anche per questo che ho scritto la guida per stanare le bufale prima di fare brutte figure (la trovate qui) visto che esista gente che guadagna soldi sporchi approfittando della stupidità, uhm ingenuità, uhm estrema sensibilità (si dice sempre così) altrui.
3) Occhio che tuo figlio può essere più furbo di una volpe, oltre che triste quanto una balena blu
Vi ricordate il lancio dei sassi dal cavalcavia che imperversò negli anni ’90? Partì un primo gruppo di ragazzi con un QI inferiore a quello del sasso che tiravano e ragazzi altrettanto scaltri e sagaci (…) li seguirono, ispirati dal fatto che se ne parlasse. Così, per emulazione.
Il fenomeno Blue Whale è sulla buona strada per fare altrettanto. E non parlo (solo) di chi sarà tanto furbo da iniziare a bullizzare coetanei facendo finta di essere curatori, dimenticando che tutto è tracciabile e che si può risalire loro in cinque minuti. Parlo degli adolescenti che, prendendo la palla al balzo, potrebbero causarsi ferite bene in vista così da ottenere quelle attenzioni che pensano di non avere dai loro genitori .
E’ la forma soft del falso tentativo di suicidio che indica una sofferenza dentro non tanto grave e irrazionale da sfociare in atti definitivi ma che viene messo in atto per lanciare segnali a chi di dovere.
Come riconoscere un caso del genere? Nel rituale descritto, uno degli obiettivi è quello di non far capire agli altri che si è intrapreso questo percorso, altrimenti finirebbe presto. Uno dei metodi allo stadio dei tagli sui polsi è quello di portare le maniche lunghe pure d’estate.
Se vostro/a figlio/a invece ha i tagli in bella mostra e non fa niente per nasconderli, allora vi sta lanciando un altro tipo di segnale.
Un disagio, un non-detto che non può uscire fuori (subito) a parole. Ha bisogno di capire che può fidarsi di voi, che parlate la stessa lingua, che avete capito il messaggio. Del resto, se io mi avvicino a una persona, gli sussurro “Ti prego…” e quella nemmeno si gira, sicuramente non continuerò con la mia richiesta di aiuto. Non ha capito due parole così semplici, figuriamoci il resto.
Blue Whale: un fenomeno da capire, prima che da temere
Suggerisco caldamente la lettura di questo articolo su La Stampa per avere un quadro preciso di natura sociologica e politica che spiegherebbe come è nato Blue Whale, cosa è stato fatto per contrastarlo e cosa potrebbe esserci dietro. Lo stesso dicasi per i famosi video che mostrano il suicidio finale dei ragazzi mostrati a Le Iene: sono artefatti o legati ad eventi che non c’entrano nulla con la Blue Whale.
Perché, come sempre, prima qualcosa va conosciuto e capito, poi se ne può discutere o preoccuparsi se realmente necessario. Ripeto: se realmente necessario.
Gestire il tutto non e’ facile secondo me.Il pool -genico e’ da prendere in considerazione l’ eta’ e la debolezza sono fattori determinanti,l’immaggine del progresso è distorta e manipolatrice spesso quando si diffondono repliche sopra repliche notizie ataviche di cronaca.Un business di massa proviamo a interpretare la paura liquida e cerchiamo di non terrorizzare e dare per scontato tutto quel nero distorto come cognitivo!
Era esattamente quello che volevo dire! :D